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SOCIETÀ. RESTITUIRE AI GIOVANI GLI IDEALI E LA GIOIA DI VIVERE

Aggiornamento: 14 giu 2018


Al solo scopo di trarne guadagno, ci si limita a legiferare senza controllare. Così, per il profitto

degli altri - più «vecchi» - si fanno crescere, talvolta morire, i nostri giovani privandoli di quanto di più bello la vita offre. Senza spendere un euro.



Ci sono molte cose in questa società che andrebbero riviste e corrette, per il bene nostro e delle nostre famiglie. Mi domando perché, in un Paese all’avanguardia come l’Italia, per incuria e per mancanza di regole si debbano ancora registrare tante vittime, che sono spesso giovani e, quindi, nostri figli. Qualcuno potrebbe dire che le regole ci sono, ma che non vengono rispettate. È vero. Ma se compiamo un più attento esame, vediamo che tutti portiamo sulla coscienza la rovina di coloro ai quali abbiamo insegnato solo ad avere diritti, libertà e irresponsabilità, e non i veri valori della vita.

Si aprono i quotidiani e tutte le mattine la giornata comincia con l’amarezza del leggere quanti ne muoiono sulle strade, nelle discoteche, per l’alcol, per la droga e per tanti altri futili motivi causati solo da un’insoddisfazione derivante dal fatto di non avere nell’animo ideali, obiettivi da raggiungere, solo il desiderio di emozioni su emozioni, sempre nuove, sempre diverse, perché questa vita così com’è non basta, non dà loro nulla per coinvolgerli tanto da amarla, e quindi rispettarla, rispettandosi.


Ma se noi adulti, noi Stato, ci domandassimo seriamente il perché, potremmo aiutarli; se ci ponessimo il «dovere» di educarli - sin da piccoli - al sorriso, ai veri valori della vita, al raggiungimento di obiettivi validi, alla famiglia, al lavoro, all’amore, al sentimento, non sarebbero così disillusi. Il Governo innanzitutto: dovrebbe cominciare a legiferare in modo concreto e ad eseguire ciò che i suoi componenti promettono per fini esclusivamente personali e politici.

Nonostante il divieto, moltissime persone di ogni età, favorendo il vile business della telefonia mobile, parlano al telefono guidando in auto e in moto, ed anche digitando e inviando sms, mms, mail con emoticon, ossia faccine stilizzate. Certo è molto comodo, ma è ancor più comodo per le società di telecomunicazione che aumentano il fatturato.

Lo stesso può dirsi di chi corre in auto nonostante i limiti di velocità vigenti, che il più delle volte però si rivelano inutili perché non sono rispettati né controllati; ed anche perché in certe strade sono troppo inferiori alla velocità ideale (procedere a 20 chilometri all’ora talvolta non garantisce la sicurezza né in centro né in una superstrada, a meno che non si possieda un trattore); gli autovelox, quasi sempre spenti o guasti, servono per lo più ad arricchire le aziende che li producono. Perché non vietare alle case automobilistiche di fabbricare auto capaci di superare i limiti di velocità prescritti? Sembra eccessivo? Allora perché non obbligare gli appassionati della velocità a gareggiare solo in appositi circuiti?

Poi il problema del fumo: perché scrivere frasi incisive e terrorizzanti sui pacchetti di sigarette, vietare il fumo in luoghi chiusi, imbrattare di cicche le strade? È lo Stato a vendere fumo. Non sarebbe preferibile un divieto assoluto? Non fa meglio l’Olanda ad essere coerente con le premesse? È stato detto in questi giorni che, per le strade di Bari, si vendono illegalmente due pacchetti a 5 euro. Non siamo ipocriti, non è il prezzo delle sigarette a farci fumare di meno, è lo Stato che ce le propina a prezzi elevati raccontandoci che lo fa per noi, anziché per incrementare le entrate del Fisco. E la droga? E l’alcol? E le discoteche? Non sarebbe meglio imporne la chiusura all’una di notte, facendo tornare i giovani a una vita più normale, limitando l’apertura autorizzata?


Tante cose potrebbero farsi, ma per guadagnare si legifera senza controllare. Così, per il profitto degli «altri» - più vecchi, perché ai giovani non è lasciato mai spazio - si fanno crescere e spesso morire i nostri ragazzi, privandoli di quanto di più bello la vita offre, per di più senza spendere neppure un euro. (ANNA MARIA BRANCA)

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