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DIGA TERAPEUTICA

UN SERVIZIO DI 7 ORE IN 7 GIORNI CONSECUTIVI. OSSESSIONE? NO.

Per emergenze e sfoghi in eloquio, e solo per limitati periodi di tempo definiti dalla terapia, è a disposizione una terapia giornaliera valevole 7 giorni della stessa settimana o modulabili in un tempo ristretto, un'ora al giorno in modalità online, a costo fisso. È sufficiente inviare il modulo www.psichelogia.com/consulto indicando all'oggetto "7/7"; o contattarmi direttamente ai recapiti consueti.

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L'obiettivo è l'arginamento del fiume in piena a valle, la costruzione di una diga, un intervento strategico che non ha la pretesa di risolvere, bensì di dare un tempo e uno spazio allo sfogo, perché non diventi uno straripamento. I tempi di attesa di una terapia sono utili e importanti, tra un appuntamento e l'altro, per elaborare; questo strumento, invece, soddisfa l'esigenza dello sfogo e dà la possibilità, ad un prezzo altamente contenuto, di essere seguiti ed ascoltati in modo ericksoniano: un ascolto attivo ed un reframing, ossia la costituzione di nuove cornici che sorgono per effetto di differenti formulazioni e riformulazioni del problema durante l'elaborazione ad alta voce, attraverso il linguaggio.

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Nella teoria dell'ACT, Acceptance and Commitment Therapy, è definita inflessibilità psicologica la tendenza del soggetto a mostrare un repertorio comportamentale che non va in direzione di ciò che è importante per sé, ma verso l'evitamento di pensieri, emozioni e sensazioni fisiche reputate negative, dolorose e intollerabili, da sé ma spesso dagli altri. Il soggetto si impegna a contrastare ed allontanare il mondo cognitivo ed emotivo interno sgradito arrivando a perdere il contatto con ciò che ha valore per lui nel presente, anche quando fosse un dolore, puntando a vivere in tempi che non gli appartengono, quali passato e futuro. L’inflessibilità psicologica, secondo la teoria, risulta essere il prodotto di processi interrelati: fusione, evitamento esperienziale, dominanza di un passato e futuro concettualizzato, attaccamento al sé concettualizzato, mancanza di chiarezza e contatto con i propri valori e inattività-impulsività-evitamento persistente. Si vuole invece, attraverso un contatto diurno con la realtà espressa dal linguaggio del pensiero, promuovere una flessibilità psicologica che porti a costruire nuovi repertori comportamentali senza cancellare quelli già presenti. La flessibilità psicologica è ottenuta attraverso il contatto con il presente, nell'accettazione di pensieri, emozioni e sensazioni fisiche per quanto spiacevoli, eppure persistenti e inespugnabili, attraverso defusione, accettazione, contatto con il presente, sé contesto, valori e azione impegnata.

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In relazione alla ristrutturazione, soccorre a livello teorico la RFT, Relational Frame Theory, nel definire il processo di linguaggio e cognizione attraverso cui arbitrariamente si collegano gli stimoli tra loro in un comportamento relazionale prima consolidato da rinforzi condizionati ampiamente disponibili e generati socialmente, poi auto-rinforzante (Woods D.W. e Kanter J.W., 2016).

La trappola del frame è nella regola dell’acquiescenza, cui contribuisce anche la regola di pigrizia mentale, definita da Tversky e Kahneman come “segregazione”: il problema viene isolato dal suo contesto globale e occupa da solo il centro dell'attenzione del soggetto. Invece di prendere in considerazione tutti i pro e i contro di una condizione, invece di ricostruire le diverse situazioni complessive possibili o probabili, si vagliano le azioni e le decisioni che hanno un effetto immediato sulla situazione vista nella sua immutabile cornice. Il principio del reframing, utilizzato nella PNL (programmazione neurolinguistica) consente di cambiare il significato di una situazione attribuendogli una diversa immagine: gli ottimisti passano la loro vita riformulando le esperienze. I pessimisti si comportano in maniera opposta.

7 ORE 7 GIORNI

30 EURO L'ORA

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Sono a disposizione 7 giorni su 7.

Romina Ciuffa

Non è contestabile che in alcuni momenti della propria vita sia necessario, anzi, "sia tutto", parlare ininterrottamente, ripetitivamente, vergognosamente, di UNA SOLA COSA: è questo un modo per canalizzare terapeuticamente l'ossessione del pensiero e del consequenziale eloquio. Gli altri dicono: "Basta". Ma a volte siamo semplicemente un cascata, e una cascata deve cadere. Non per questo diviene "caduta".

Il linguaggio, attraverso il principio della trasformazione, elicita ed evoca, ed ha la funzione di dare controllo al comportamento e ridurre la sensibilità alle sue conseguenze immediate. La parola pronunciata o scritta è assolutamente decisiva per riprogrammare il pensiero, anche grazie alla sintassi e alla proiezione all'esterno del pensato.

Attraverso l'eloquio garantito dal linguaggio unito al correlato ascolto attivo del terapeuta, è possibile utilizzare l'ossessione che tutti diranno nociva, e sentirsi meglio; quindi procedere alla terapia tradizionale. Se si è ossessionati, bisogna parlare: a una data ora e nei limiti prescritti. 

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